Niente laboratorio di Lunedì!

Come sottolineato anche dal professor Alfonso, la popolazione italiana risulta nelle classifiche una tra le meno alfabetizzate per quanto riguarda l'uso delle nuove tecnologie. Anche noi studenti, che sotto questo aspetto siamo una parte privilegiata della società, siamo molto indietro rispetto ai nostri pari età degli altri paesi dell'europa. La nostra ignoranza informatica è un opinione ampiamente condivisa, tuttavia, al solito gusto italico dell'autocommiserazione, non fa seguito un'altrettanto condivisa indagine delle cause e una conseguente azione volta a superare questo ritardo.
Restringendo il campo all'università e alla mia esperienza personale, la mia impressione è di trovarmi davanti a un corpo docente che ha inteso perfettamente l'importanza dell'insegnamento all'uso delle nuove tecnologie. Nel mio percorso all'università di Parma oltre all'esame di Alfonso, ho partecipato a diversi corsi che si occupavano in qualche modo di informatica, dall'esame di informatica vero e proprio a Scienza dell'informazione, ma anche a linguaggio del giornalismo si è parlato spesso dei nuovi mezzi informatici.
Se dalla parte teorica c'è secondo me un grande interesse, sul versante pratico la situazione ricalca fedelmente l'immagine dell'Italia che rimandano le tabelle dell'unione europea. Le possibilità concrete di uno studente di utilizzare gli strumenti informatici e quindi realizzare fattivamente l'alfabetizzazione tanto auspicata, sono troppo limitate. I computer sono pochi e non funzionati sempre come dovrebbero, i laboratori sono poco accessibili e spesso gli studenti non ne conoscono neanche l'esistenza.
All'ultima lezione ho assistito a una conversazione tra il prof. Alfonso e un tecnico di laboratorio, che mi è sembrata esemplare della situazione che ho fin qui descritto. La richiesta del professore era semplicemente di poter svolgere la lezione e che quindi il tecnico gli aprisse la porta e accendesse i computer. Tale richiesta ha preso l'addetto al laboratorio in contropiede. Non se l'aspettava proprio che un insegnante volesse svolgere una lezione, con degli studenti, nel laboratorio d'informatica. Proprio di Lunedì, poi, che il laboratorio deve stare chiuso! Il tecnico non sapeva che dire, nessuno l'aveva avvertito, ci doveva essere stato qualche problema burocratico. Per un attimo la situazione sembrava senza via di uscita, poi il tecnico ci ha detto di aspettare che avrebbe visto cosa si poteva fare...
La nostra storia ha un bel finale: il nostro tecnico ha preso coraggio e ci ha aperto l'aula e acceso i computer, che dopo un di difficoltà si sono pure connessi alla rete. Il dialogo appena descritto mi ha portato a fare delle considerazioni: Qual'è il motivo per cui il laboratorio, con i suoi venti e passa computer, deve rimanere chiuso il lunedì? Le parole di scusa del giovane impiegato hanno inoltre evidenziato uno dei grandi ostacoli che ho individuato, nell'università in piccolo, ma anche in tutta la società, al diffondersi dell'uso consapevole delle nuove tecnologie: l'eccessiva burocratizzazione. In mancanza di altre spiegazioni(Quella economica non mi pare proprio convincente) mi son convinto che sia questo il motivo per cui i punti dedicati all'uso degli strumenti informatici sono pochi e poco conosciuti nell'università e del perchè non sono sempre accessibili, ma un giorno su due e secondo certi orari.
E' proprio lo strumento informatico inoltre che può aiutare a sveltire l'apparato burocratico, ma anche da questo punto di vista l'università di Parma mi sembra indietro, anche rispetto ad altre esperienze personali in altre università.
Io non so(e questo è un altro problema ancora) chi si occupi dei sistemi informatici nell'università, non so se considerazioni simili alle mie vengano fatte nei diversi organi della facoltà, credo però che sia inutile lamentarsi delle classifiche internazionali, senza occuparsi della situazione concreta attorno a noi ogni giorno.

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Under construction

...Sto ancora prendendo confidenza con lo strumento...

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