Mi chiedo... (la morale)
Mi chiedo se attraverso internet si stiano facendo ulteriori passi verso l'instupidimento dell'informazione. Già con la diffusione del mezzo televisivo ci siamo abituati a ricevere notizie inutili, ma spettacolari dal punto di vista visivo: ad esempio i vari servizi su salvataggi di persone/animali a mezzo elicottero a cui i pompieri delle varie contee americane ci hanno abituato. Visitando il sito di Repubblica non posso fare a meno di notare come la colonna a destra delle notizie "importanti" sia sempre costituita da notizie che non sarebbero mai pubblicate sul giornale: Gossip, pubblicità mascherate, e soprattutto tante, tante donnine svestite. Uno dei primi quotidiani e sito internet d'Italia ha davvero bisogno di attirare l'attenzione (In particolare di noi maschi che siamo psicologicamente tanto indifesi di fronte a questi subdoli stratagemmi!) con notizie come: "La classifica delle maggiorate. I 100 topless della rivista Nuts"?
Ah, il grande esempio della stampa anglosassone...
16 maggio 2008 alle ore 17:10
jacopo, abbiamo avuta la stessa sensazione - e irritazione, almeno da parte mia - rispetto alla colonna delle fotogallery e video di repubblica. il giorno che ho visto che una notizia di repubblica Tv intitolava una cosa del tipo "le ciccione lo fanno meglio" ero davvero sconvolta. ho fatto copia e incolla di tutti i titoli della colonna di destra per farne un post evidenziando come si parli solo di sesso, soldi, moda e poco altro. l'informazione perde sempre più spazio, ma non sono convinta che la stampa cartacea sia davvero diversa.
17 maggio 2008 alle ore 16:12
Purtroppo, frequentando spesso il sito di Repubblica, ho notato anch'io questa cosa. Credo sinceramente che Internet sia un mezzo dotato di grandi potenzialità. Il problema è spenderle bene, perché anche la televisione era nata sotto i migliori auspici, e vediamo tutti i giorni la fine che ha fatto...non ci resta che sperare e fare del nostro meglio, per quel che possiamo, perché anche la rete non si riduca in quello stato.