AAargh!!!
Come si noterà Grandi basette ha ancora trovato un titolista, ma il titolo esprime in modo rozzo e efficace come mi sento guardando la nuova campagna pubblicitaria della Lancia!
Dopo aver combattuto per l'indipendenza del Tibet (vedi post precedente), dopo aver attraversato la Savana per difendere i leoni in via d'estinzione, ora la macchina più etica del mondo si spende per la liberazione di Aung San Suu Kyi!
Questa volta il sensibile attore hollywoodiano Richard Gere non mette la sua faccia, ma concede solamente la melliflua voce del suo doppiatore italiano. Ci sono però un profluvio di premi nobel che escono dalla nuova elegantissima Lancia Delta!
Sono sicuro che Aung San Suu Kyi non vede l'ora di uscire dalla prigionia per farsi un giro su questo bellissimo prodotto del made in Italy.
Ma anche Grandi basette vuole contribuire alla lotta della casa automobilistica contro le ingiustizie, ed ecco alcuni modelli che il reparto carrozeria di Grandi basette ha progettato per il modello di auto più sensibile al mondo:
La Lancia Ypsilon "Dalai Lama"
"E che ci giunga un giorno ancora la notizia
di un'automobilina, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l'ingiustizia"
Dopo Gorbacev, Walesa, Gere, Guccini non potrà certo menarsela...
P.s.Nel frattempo a Termini Imerese nello stabilimento Lancia gli operai sono in cassa integrazione e protestano timorosi che la Fiat nella sua lotta civile li voglia lasciare a casa.
CERCASI TITOLISTA
Si cerca un titolista per i post del blog.
Il candidato dovrà essere in grado di elaborare titoli efficaci e divertenti per articoli di un importante testata on line rivolta a un pubblico giovane e dinamico.
Il candidato dovrà possedere i seguenti requisiti:
-Doti di brevità e sintesi
-Abilità linguistiche, nei giochi di parole e nell'ideazione di neologismi
-Simpatia sconfinata
-Capacità di lavorare in totale solitudine alle dipendenze di un capo brillante e dispotico
Costituiscono ulteriori, importanti, condizioni discriminatorie ai fini di una selezione:
-La condizione di Femmina, unita a una certa disponibilità verso il datore di lavoro, almeno da parte delle amiche
-Una spiccata predisposizione al servilismo e all'adulazione dei propri superiori
Ai selezionati verrà garantita un'importante retribuzioni in forma di generose pacche sulle spalle, amichevoli buffetti e grattini sotto il mento.
Gli interessati mandino il curriculum a Grandi Basette unitamente a un contributo economico di 50 euro per le spese amministrative
Titolo cambiato per venire incontro ai gusti dei lettori
In questi giorni si fa un gran parlare dei vent'anni della caduta del muro, si celebrano i protagonisti di quella svolta epocale, si tengono cerimonie e festeggiamenti in tutta Europa. Anche i noti cantanti paraculo irlandesi U2 hanno fatto un megashow gratuito di 30 minuti alla porta di Brandeburgo per ricordare l'evento con la partecipazione del noto filantropo Jay-Z. Certo più che il muro il concerto sembrava celebrare i 16 anni degli MTV Europe Music Awards (sti cazzi!!!). Certo dal concertino i U2 trarranno un bel video con tante comparse gratis e tanta pubblicità. Ma diamine, conosciamo tutti il grande impegno di questi miliardari (ce ne fossero di più di megastar straricche e impegnate) per il mondo!
Ma tutto ciò rischia di farci dimenticare che nell'89 a Berlino a cantare sul muro c'era già stato un vero artista.
E questa è Storia, gente!
Che uomo!
Che canzone!
Che giacca!
Clinton a Milano-scoop di Grandi Basette
BILL CLINTON A CENA CON VERTICI GENERALI E GOTHA FINANZA
(ANSA) - MILANO, 29 OTT - Bill Clinton ospite delle Generali. Il Leone di Trieste ha portato a colloquio l'ex presidente degli Stati Uniti con il gotha della finanza italiana. A fare gli onori di casa il presidente di Generali, Antoine Bernheim, e gli ad Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot. In una cena organizzata dai vertici del Gruppo triestino a Milano, Clinton ha incontrato un ristretto gruppo di protagonisti dell'economia ai quali ha parlato di alcuni temi caldi dell'agenda internazionale, come l'ambiente e i diritti, e sui quali e' impegnata la sua Fondazione. Fra gli ospiti della serata il vice presidente di Fiat, John Elkann, il patron di Fondiaria Sai, Salvatore Ligresti, e la figlia Giulia, il presidente di Rcs, Piergaetano Marchetti, l'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Enrico Salza, il presidente di De Agostini, Marco Drago, Giuseppe Stefanel e il presidente di Save, Enrico Marchi. Prima di arrivare alla cena organizzata dalle Generali, in un grande albergo nel centro di Milano, l'ex presidente degli Stati Uniti e' intervenuto al gala organizzato dalla Robert F.Kennedy Foundation of Europe presso la sede della Banca Popolare di Milano. (ANSA).
La serata è stata organizzata da Monty Burns
Le due Facce della medaglia
Il Brasile sta vivendo in questi anni una crescita economica pari a quella delle grandi potenze economiche emergenti Cina e India. Non da oggi il Brasile viene incluso nel gruppo di nazioni con le maggiori potenzialità di crescita nel contesto economico mondiale, il BRIC (ovvero Brasile, Russia, India e Cina). Nonostante il paese stia raggiungendo notevoli risultati in termini di sviluppo, rimane irrisolto per il paese il problema della criminalità e della violenza, che sembra addirittura peggiorare.
I motivi di soddisfazione per il governo Lula sono stati molti negli ultimi anni, e gli indicatori statistici della salute del paese autorizzano un deciso ottimismo per il futuro: il Pil è cresciuto nell’ultimo decennio a un ritmo stabile intorno al 4%, la popolazione è in costante crescita, l’inflazione è rimasta negli ultimi 5 anni al di sotto del 10%. Sotto il governo dell’ex sindacalista di San Paolo questa grande democrazia di 186 milioni di abitanti ha trovato in particolare anche una certa stabilità politica e economica, condizione che storicamente è sempre mancata al paese e ha costituito un costante ostacolo al pieno sviluppo del suo enorme potenziale. Tutti questi indicatori positivi, sanciti anche dal passaggio del paese dal gruppo di paesi a medio sviluppo a quello dei paesi ad alto sviluppo nella classifica di sviluppo umano stilata dall’ONU con un indice dello 0,8, hanno fatto sì che anche il profilo internazionale di Brasilia crescesse parallelamente al suo sviluppo economico.
Come già successo per la Cina, il nuovo status internazionale è stato suggellato a livello mediatico dalla vittoria di Rio de Janeiro nella competizione per l’organizzazione dell’olimpiadi del 2016. Non solo, dopo il Sud Africa i mondiali di calcio del 2014 si terrano proprio nella patria della seleçao.
In una situazione apparentemente rosea c’è però un problema endemico che allontana Brasilia dai paesi più sviluppati e preoccupa non poco gli organizzatori delle due importanti manifestazioni sportive mondiali: gli alti tassi di violenza e criminalità del paese, particolarmente nelle enormi favelas intorno ai grandi centri urbani.
E’ cronaca di questi giorni la battaglia tra polizia e gruppi criminali svoltasi nel Morros dos Macacos, una delle favelas di Rio nelle quali vivono 2 milioni di persone, che ha lasciato 12 morti sul terreno, tra cui due poliziotti che sono precipitati con il loro elicottero su un campo da calcio, abbattuti dal fuoco delle armi pesanti delle gangs.
La violenza tra i gruppi criminali dediti al traffico di droga, di cui il Brasile è uno snodo fondamentale come paese di transito, è un problema endemico, unito a una massicia diffusione della corruzione tra le forze di polizia e alla diffusione massiccia di armi da fuoco. Purtroppo i dati in questo caso non sono confortanti, ma indicano che le uccisioni da arma da fuoco, soprattutto tra la popolazione giovane (15-24 anni), sono in forte aumento: +31% tra il 1996 e il 2006.
Quello della violenza diffusa è sicuramente uno dei problemi principali che Brasilia deve affrontare nel suo cammino verso il benessere. Fino ad ora i politici si sono limitati alle dichiarazioni, ma i progressi non sono stati tangibili. La questione è evidentemente sentita anche dall’opinione pubblica, come dimostra l’esempio di due opere cinematografiche di grande successo in patria e all’estero che hanno affrontato proprio questo argomento: “Cidade de dieus” di Fernando Meirelles e “Tropa de elite” di Josè Padilha. Queste due notevoli opere cinematografiche (il film di Padilha ha vinto l’orso d’oro a Berlino) affrontano il problema da due prospettive differenti e giungono a conclusioni altrettanto diverse, riproponendo così diverse letture della situazione interne all’opinione pubblica brasiliana. Mentre il primo adotta lo sguardo di un giovane abitante delle favelas e ne racconta la fuga dall’incubo delle favelas, dove suo malgrado deve fare i conti con la violenza delle gangs e della polizia corrotta, il secondo segue le vicissitudini di una squadra del famigerato corpo d’elitè della polizia di Rio, il Bope (Batalhão de Operações Policiais Especiais). I due film offrono una lettura alquanto diversa della situazione. Il primo, nella sua crudezza, lascia spazio alla speranza nella storia edificante del protagonista che nel finale riesce a raggiungere una via di uscita dalla situazione disperata delle favelas, grazie alla sua intraprendenza e al fatto di essere riuscito a salvare la sua innocenza in un ambiente corrotto. Nel secondo film non c’è assolutamente spazio per l’innocenza, né per la speranza. Se Cidade de dieu è un film crudo, Tropa de elite è un film angosciante, un pugno allo stomaco ai benpensanti. Tutto è molto semplice nel film di Padillha: la forza è l’unica legge, tutto è marcio, nessuno può permettersi il lusso dell’innocenza. A partire dai protagonisti, teste di cuoio, macchine da guerra, costantemente in lotta contro tutti: membri delle gangs, poliziotti corrotti, l’opinione pubblica borghese. Quest’ultimo film nella sua semplice brutalità ha avuto un accoglienza in patria e all’estero assai controversa, soprattutto perché è stato accusato di dipingere come eroi i superpoliziotti del Bope, i cui modi d’intervento sono per lo meno discutibili (per farsi un'idea, in brasiliano).
Questi due film rappresentano due modi di vedere i problemi della società brasiliana, a loro modo efficaci. Ognuno si farà la propria idea, ma la visione di queste opere e il confronto tra le due tesi esposte aiuterà sicuramente la formazione di un’opinione più meditata. A meno che uno non voglia farsi un giro per le favelas.
Chicco in più:
La storia di Wallace Souza rappresenta una vicenda esemplare del livello di commistione tra politica corrotta e criminalità che afflige alcuni strati della società brasiliana, nonché del modo in cui alcuni personaggi traggano vantaggio da questa situazione. Souza, ex poliziotto cacciato con demerito per aver commesso una serie di reati nell’esercizio della sua funzione, si era riciclato in seguito come imprenditore televisivo, fondando l’emittente “Canal livre”, specializzata nella cronaca nera. La notorietà televisiva gli aveva permesso di essere eletto al parlamento dello stato di Amazonas, risultando il più votato. Souza è stato recentemente arrestato con l’accusa di aver ordinato l’uccisione di 5 narcotrafficanti con un duplice obbiettivo: da una parte incrementare lo share delle sue trasmissioni (le troupe del suo canale erano sempre le prime ad arrivare), dall’altra eliminare concorrenti per il traffico di droga che aveva avviato parallelamente al suo impegno come politico e presentatore.
Pubblicato su: Il Caffè Geopolitico
Il graphic journalism di Joe Sacco
In questo estratto dall'incontro al festival d'Internazionale dal titolo "Graphic journalism. Medio Oriente: la guerra a fumetti", Joe Sacco, autore di diversi reportage a fumetti (i più famosi: Palestina e Gorazde Area Protetta, Mondadori editore) spiega l'approccio da lui seguito nel suo lavoro e più in generale il suo modo di concepire il giornalismo. Interviene anche Patrick Chapatte, fumettista franco-libanese che ha fatto suo l'esempio di Sacco nel raccontare con le strisce la vita a Gaza durante l'ultima offensiva israeliana e alcune delle guerre dimenticate in Africa.
Le parole di Sacco mettono in evidenza l'alto livello di consapevolezza e di professionalità raggiunta da alcuni autori che si muovono nella prospettiva del "graphic journalism", oltre ad alcune delle potenzialità del linguaggio del fumetto che spiegano il crescente successo raggiunto da questa formula. E ce ne sono anche altre. Io c'ho scritto pure una tesi di laurea.
Un annoso problema: i giovani (Non si possono arrestare).
Chi capisce l'inglese apprezzerà questo piccolo gioiellino di Bob Peck, classe 1917 da Cleveland.
Mi scuso per la cattiva qualità del player...
![]() | Bob Peck - Sweet Sixteen | ![]() |
![]() | Found at bee mp3 search engine | ![]() |
La politica è tutta immagine
Se abbiamo capito questo, possiamo spiegarci la scelta di Guido Podestà da parte degli strateghi del Pdl. Molti si chiederanno appunto chi sia costui. E' il candidato alla provincia di Milano del Pdl. Tra i motivi che ne hanno fatto il candidato ideale c'è sicuramente il profilo basso, e infatti sui cartelloni non c'è nessun riferimento alle sue capacità personali o alla sua personalità. Certo c'è il suo nome per far capire agli elettori dove mettere la X, ma poi lo slogan parla di "scelte di campo anche in Provincia" leggi: vota Berlusconi anche in Provincia. Ma se siamo consapevoli di quanta parte ha l'immagine per i politici al giorno d'oggi ci rendiamo veramente conto delle profonde ragioni estetiche che hanno spiegato la scelta di questo illustre sconosciuto: l'incredibile somiglianza con il grande attore comico Peter Sellers!
Andiamo, chi non voterebbe per l'ispettore Clouseau della pantera rosa!?!
Poi ci troveremo come le star a bere del whisky con letizia al Roxy Bar
Come si fa a non spendere due paroline sulla stupenda iniziativa del sindaco di Milano: un canale su Youtube solo per lei! Badate, non del comune, l'unico protagonista dei 31video (per soddisfare le esigenze del fan più accanito) del canale è solo lei Donna Letizia! Devo dire che l'effetto è un po' straniante, ma permettete, che fantastica iniziativa!I punti esclamativi non bastano a contenere la felicità per questa eccezionale idea. Eppoi, che contenuti! Il comune, Mondadori(CasaViva), Sotheby's che fanno una asta di sedie di design per l'Abruzzo(E incomincia ad affiorare una certa ironia involontaria vedi il titolo del video: "Letizia Moratti mostra sedie"), Lety che ci parla di Monet, Lety che paga 100 euro di multa al mimo romeno, Lety in Africa...
Ma ciò che dà fortissima efficacia comunicativa al progetto è la partecipazione di un intervistatore coi fiocchi, serio, preparato, di grande esperienza, una voce fuori dal coro, indipendente, a volte scomodo: Red Ronnie. Devo ammettere che dai tempi di videomusic non mi ero chiesto così spesso dove fosse finito il grande Red (Non più di quanto mi domandassi se la Gegia fosse ancora in giro), ma non avevo certo idea che si occupasse di giornalismo. Red non risparmia niente al sindaco, con domande difficili come: "quello che tu stai facendo è abbastanza sorprendente..." oppure bordate come:"la prima volta che son venuto qui ho visto te e Gianmarco Moratti a S.Patrignano[...] e ho detto: ma questi che sono ricchi cosa ci fanno qui, questi potrebbero fare la bella vita, ma forse per loro quella è la bella vita [...] tu i momenti liberi che hai sei qui[...] poi alla fine la vostra presenza era rassicurante, cioè vedervi a S.Patrignano [...] io vedevo, SENTIVO, che S.Patrignano, Vincenzo Muccioli, e adesso Andrea, sono PROTETTI, sento che voi date come una sorta di PROTEZIONE che è splendida...".
Lo so che certi comunisti penseranno che il grande RR sia troppo buono con lady Moratti, ma Red riesce sempre a tenere il sindaco sui carboni ardenti, come quando le chiede: "omissis...presidente della Rai, ministro, adesso sindaco di Milano... sindaco di Milano forse è un po' più riduttivo(!), invece hai PRESO Milano e, non so cosa sta succedendo, Milano adesso è DIVENTATO IL FARO BELLO DELL'ITALIA!" Grazie alle ficcanti domande dell'integerrimo intervistatore scopriamo che: "Tu (Letizia Moratti) stai diventando la politica mondiale che più sta sostenendo l'Africa"
Questo è solo un assaggio dell'ora e passa di girato presente sul sito, ma appare chiaro da queste citazioni che, tra una chitarra, e un aneddoto sul rock'n'roll dei mitici anni 60-70, Red Ronnie si fa portavoce delle domande che i milanesi, gli italiani, ma che dico, tutti i cittadini del mondo avrebbero da tempo voluto fare al sindaco di Milano.
Vi consiglio vivamente un giro sul sito.
L'unica pecca è il fatto che non è possibile lasciare commenti per fare sapere quanto siamo tutti contenti di questa bellissima idea.
Acque agitate
Giovani precari Italiani
Siete stufi di girare in cerca di lavoro e sentirvi rispondere: “non c’è spazio c’è la crisi”?
Vi siete accorti che lo spaccio al dettaglio e le piccole estorsioni a cui vi dedicate non vi bastano più ad arrivare a fine mese?
Siete inguaribili romantici stufi della vita grigia della città ?
ALZATE LA BANDIERA CON IL TESCHIO E LE TIBBIE INCROCIATE E ARRUOLATEVI ANCHE VOI NELLA PIRATERIA SOMALA!
L’Azienda turistica locale del Puntland Somalo vi offre una fantastica occasione di imparare un mestiere avventuroso nel meraviglioso contesto delle selvagge e remote coste del corno d’Africa, con la possibilità di guadagni consistenti e immediati.
Chi non si è stufato di sentire ogni giorno noiosi discorsi sulla crisi economica?
Il settore della pirateria è in grande espansione e non risente in nessun modo della crisi. Basta pensare che gli attacchi alle navi nelle acque dell’oceano indiano intorno al corno d’Africa sono in aumento esponenziale: se in tutto il 2008 gli arrembaggi nella zona sono stati 111, nei primi due mesi del 2009 sono già stati 79, alla faccia della crisi finanziaria!
Il problema incomincia a preoccupare i governi dei paesi che muovono il commercio internazionale. I fastidiosi attacchi dei bucanieri si verificano intorno al golfo di Aden sulla rotta che collega attraverso il canale di Suez Europa e Asia. Per farci un’idea dei dobloni in ballo basta pensare che il 90% c/a delle merci si muove via mare e, di queste, il 15% passa dal canale di Suez. E quando si tratta di commercio globale, allora sì che la comunità internazionale è pronta a rispondere compatta (Mica si tratta di diritti umani e lotta alla fame!). Così le acque antistanti la Somalia sono incrociate da una allegra brigata internazionalista: Francesi, Turchi, Pakistani, Olandesi, Inglesi, Danesi, Canadesi, Portoghesi, Spagnoli, Australiani, Neozelandesi hanno messo a disposizione la loro brava nave da guerra. Anche noi italiani abbiamo dato il nostro buon contributo con la nostra fregata Durand de la penne(sì sì è una nave italiana), naturalmente sotto la guida del faro della libertà Statunitense. I russi hanno detto che vengono anche loro, ma si sa, loro sono un po’ diffidenti e fanno da soli e non si sa se rimangono fino alla fine. L'affolata Task Force 150. Che per il nome ci sia ispirati a un film di Chuck Norris?
Eppure nonostante questo ingorgo di naviglio da battaglia la pirateria prospera più o meno indisturbata. Perché?
Beh, intanto il tratto di mare da pattugliare, grande 600 miglia, non è così semplice da tenere d’occhio.
Poi ci sono le leggi internazionali sulla libertà dei mari che incasinano ulteriormente la situazione: ad esempio la nave è considerata giurisdizione dello stato della bandiera, che per ragioni di convenienza economica è spesso qualche paradiso fiscale caraibico e il comandante è considerato un ufficiale pubblico di questo stato.
Poi ci sono le solite fastidiose regole d’ingaggio, che si mettono sempre di mezzo ai militari quando vogliono sparare qualche colpo.
Ma il vero punto di forza dei pirati è sulla terra ferma. Il vero asso nella manica di questi moderni imprenditori del mare risiede nel fatto che vivono in una terra tra le più povere, sfortunate e violente al mondo. In Somalia da trent’anni non esiste uno stato o forma di governo stabile (Le fortune che ha certa gente! pensare che venivano da uno dei regimi più feroci dell’Africa), ma una continua guerra civile che ha fruttato alla Somalia l’ambito primo posto nella classifica degli “Stati Falliti 2008”. La competizione era agguerrita, con notevoli avversari quali Afghanistan, Iraq, Chad, Zimbabwe, ma alla fine quest’anno la Somalia l’ha spuntata!
Così il paese risulta essere l’ambiente adatto per chiunque si voglia dedicare a qualsiasi attività illecita su la larga scala. I punti di forza: totale mancanza di autorità, grande disponibilità di armi a prezzi competitivi, grande disponibilità di manodopera altamente specializzata e motivata da decenni di guerra tribale.
Nel paese i vari clan locali si danno guerra da trent’anni con il contributo finanziario e a volte anche concreto dei vicini stati come Etiopia e Kenya per il controllo di un’economia che si basa sul commercio di armi e di varie sostanze illecite.
Come se non bastasse, negli ultimi anni si è avuta una crescita nel paese di alcuni movimenti islamici più o meno fondamentalisti e anche il corno d’Africa è stato investito dalla “guerra al terrore” americana. Non che gli USA non abbiano sempre avuto un occhio di riguardo al paese, non solo in occasione del fiasco internazionale dell’operazione “Restor hope”, ma pare che anche la CIA abbia voluto dare il solito contributo alla destabilizzazione del paese.
Sembra che anche alcune società europee abbiano voluto dare una mano al martoriato popolo somalo: secondo svariate denunce e inchieste giornalistiche diverse società europee, in particolar modo italiane, hanno usato le coste somale come discariche per i rifiuti tossici, tanto non c’è nessuno che controlla (Per farsi un'idea delle schifezze successe sulle coste del corno d'Africa). Non solo, pescherecci di tutte le nazionalità hanno saccheggiato i fondali somali in barba alle leggi internazionali che tutelano le acque nazionali dei paesi e le loro riserve ittiche. Insomma si toglie ai pescatori e al popolo affamato somalo il pesce per servirlo sulle tavole dei ristoranti europei. Non so perché ma mi sembra di capire meglio come un pescatore di Bosaso possa diventare un predone dei mari…
E sì perché tutto sommato il business è redditizio, non si assaltano mica solo pescherecci e piccoli rimorchiatori. Nell’ultimo anno sono state catturate diverse navi portacontainer e addirittura una superpetroliera saudita. La maggior parte delle volte il riscatto è stato pagato dagli armatori, gente di solito con una buona disposizione di liquidi, pur di salvare l’equipaggio e il carico, e le cifre pagate oscillano spesso e volentieri intorno al milione di dollari. Nel caso della superpetroliera il riscatto ha raggiunto la cifra record di 15 milioni di dollaroni.Sirius Star, petroliera, lunghezza 332 m, larghezza 60m, 25 uomini di equipaggio. prezzo: 15.000.000. di $
Un altro interessante bottino su cui i pirati hanno messo le mani è stato il cargo MV Faina. Questa nave battente bandiera Ucraina e del Belize, trasportava un ingente quantitativo d’armi, tra cui 33 carri armati di fabbricazione sovietica. Ufficialmente il carico era destinato al Kenya, ma secondo la denuncia dei pirati, poi confermata dalla marina usa, il reale porto d’arrivo del carico era il Sudan, altro paese teatro di una guerra civile; avete presente il Darfur?